Valbrona, 6 Ottobre 2022


Cari amici che avete contribuito alla raccolta fondi per SARJO CAMARA’

E’ con gioia che vi comunichiamo di aver raggiunto l’obbiettivo !!!!

Gli amici e famigliari di Sarjo ci hanno ringraziato e noi ringraziamo voi che avete dimostrato tanta generosa solidarietà.

Sarjo potrà riposare nella sua terra e dentro ognuno di noi (anche di chi non lo ha conosciuto personalmente) brillerà il suo ricordo

Un grande sincero GRAZIE




Valbrona, Settembre 2022


PER SARJO CAMARA’


Sarjio Camarà era un ragazzone di 26 anni, partito dal Gambia pieno di sogni e speranze, voleva assicurare un futuro migliore a se e ai suoi famigliari.

 Anche lui come tanti suoi conterranei ha attraversato il deserto, è stato nei campi di detenzione in Libia, ha attraversato il mediterraneo su un barcone ed è finalmente giunto in Italia, dove si è scontrato con realtà fatta di diffidenza, razzismo e sfruttamento. Ma non si è perso d'animo, ha fatto domanda per un permesso di soggiorno e ha cominciato a lavorare nelle campagne siciliane guadagnando quei pochi soldi che gli permettevano di vivere e di mandare un po’ di denaro alla famiglia.

 Sarjo, malgrado le difficoltà era felice stava imparando l’italiano e avrebbe poi desiderato raggiungere il fratello a Londra. Purtroppo un giorno si è alzato debole e dolorante, ha provato ad andare al lavoro ma non ce la faceva più, ha resistito qualche tempo poi è dovuto andare in ospedale dove gli hanno diagnosticato un tumore al fegato già in stadio avanzato.

 Disorientato, solo ed impaurito si è rivolto al nostro socio Babucarr, suo amico e conterraneo che lo ha invitato a raggiungerlo a casa sua ad Asso. Appena arrivato a casa di Babucarr e constatata la gravità della sua malattia l’associazione si è subito interessata a lui, lo abbiamo fatto ricoverare all’ospedale di Lecco dove la diagnosi è stata confermata, è stato davvero difficile per Babucarr informarlo che avrebbe avuto poche settimane di vita .

Sarjo malgrado il suo corpo ormai debole e sofferente non lo sostenesse decise, su consiglio di amici che vivono Germania, di provare in un ospedale Tedesco. Era l’ultima speranza e nessuno gliel’ha voluta negare, ha lasciato l’ospedale ed è partito per la Germania dove qualche giorno fa è morto. Il fratello e gli amici hanno deciso di fare un ultimo regalo a Sarjo, farlo riposare nella sua terra vicino alla famiglia.

Il trasferimento della salma ha un costo di 5000 sterline ( 5500 € ). Hanno organizzato una raccolta fondi per raggiungere la cifra e la nostra associazione ha deciso di contribuire.

 

Chiediamo a soci ed amici di partecipare. Anche un piccolo contributo è utile

 

Si può fare un bonifico sul conto corrente di Associazione Donatella “Lella” Moltani onlus

IBAN   IT13U0306909606100000144428

Causale : Per Sarjo


LA STORIA DI ESTHER

Esther è una donna nigeriana non ancora trentenne ed è stata una “sposa bambina”.  Per fuggire dal marito che le era stato imposto, affidò sua figlia Blessing alla nonna e lasciò il paese. La speranza di Esther era di trovare lavoro in Libia per sostenere economicamente la figlia e ricongiungersi a lei non appena possibile. In Libia però fu presto vittima di trafficanti ed ebbe un figlio, Gift, con un uomo che si rivelò una persona disonesta e violenta, le cambiò il nome, la fece convertire all’Islam, e poi la mise su un barcone alla volta dell’Italia. Ancora una volta Esther era in fuga, ora insieme al piccolo Gift, di un anno appena.

Madre e figlio giunsero nella nostra casa nel novembre 2017 in condizione fisiche, e soprattutto psicologiche, devastanti. I primi mesi furono difficili, ma – con l’aiuto e il sostegno continuo dei nostri operatori – Esther, che intanto aveva ripreso il suo nome, cominciò un percorso che oggi l’ha portata ad essere una donna e una madre consapevole ed autonoma.

Da allora sono passati 3 anni: Esther ha ottenuto un permesso di soggiorno, ha un lavoro fisso e dallo scorso settembre ha lasciato la nostra casa. Lei e Gift adesso abitano in un appartamento indipendente, e il bambino frequenta l’asilo del paese. Entrambi sono rimasti molto legati alla nostra associazione. Resta solo una grande ombra nella vita di Esther: la figlia Blessing, che adesso ha 14 anni, è ancora con la nonna in Nigeria.


AIUTIAMOLE A RICONGIUNGERSI !

COME? clicca qui  https://sostieni.link/27198


Come utilizzeremo il tuo contributo?

Il tuo contributo servirà a ottenere i passaporti e i visti per Blessing e la nonna che la accompagnerà in Italia e si fermerà due o tre mesi con la figlia e i nipoti.
Servirà inoltre a pagare i viaggi aerei e a sostenere le spese legali e burocratiche necessarie per il ricongiungimento familiare.

Questo progetto è sostenuto anche con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese www.ottopermillevaldese.org



Valbrona Dicembre 2020

A tutti agli amici donatori


Carissime e carissimi,
vogliamo innanzitutto ringraziare tutti voi che ci avete sostenuto nella campagna «Adotta una famiglia»: grazie per la vicinanza e la generosità dimostrate nei confronti dell’Associazione e soprattutto delle bimbe, dei bimbi e delle mamme che accogliamo.
Questo 2020 è stato un anno complicato per tutti noi, un anno in cui abbiamo dovuto affrontare difficoltà impreviste e del tutto nuove: per questo, aver potuto contare sul vostro contributo è stato fondamentale.
Desideriamo raccontarvi brevemente i principali risultati
che abbiamo conseguito anche grazie al vostro aiuto; prima, però, vorremmo parlarvi del lavoro culturale che stiamo conducendo sul territorio e che per noi è di primaria importanza.
Diffondere principi e valori di accoglienza e solidarietà umana è fondamento e scopo costitutivo della nostra Associazione. In un momento tanto difficile siamo riusciti ad essere un punto di riferimento per giovani italiani, migranti, persone in difficoltà o che attraversavano momenti di smarrimento. Tutti hanno trovato in noi sostegno e collaborazione.
Abbiamo creato momenti di incontro, formazione e discussione – alcuni dei quali in videoconferenza – con amici, volontari e sostenitori, coinvolgendo nelle nostre attività anche gli abitanti del paese; alcuni di loro inizialmente ci guardavano con diffidenza, ma oggi apprezzano il nostro lavoro e soprattutto lo spirito che lo anima, il nostro modo di essere.
Abbiamo anche partecipato a eventi organizzati da altri enti.
Un aspetto importante è stato il consolidamento delle nostre collaborazioni con altre associazioni attive sul territorio: «Umanamente» (associazione culturale di Canzo), «Como accoglie» (organizzazione di volontariato) e «Miledù» (impresa sociale di Como); abbiamo anche proseguito la nostra interazione con don Giusto, della parrocchia di Rebbio. Si è inoltre rafforzato il dialogo con associazioni a livello nazionale, come «La Comune umanista socialista», di cui condividiamo valori e principi.

Passiamo ora al nostro impegno nell’accoglienza. Attualmente le nostre ospiti provengono
tutte dalla Nigeria: hanno attraversato il deserto per poi essere internate in veri e propri lager dove hanno subito ricatti, violenze e soprusi di ogni tipo. Alcune di loro sono state spose bambine mentre altre sono vittime della tratta della prostituzione; quasi nessuno dei nostri bimbi ha conosciuto il padre.

In questo particolarissimo 2020, è stato possibile organizzare – per i bimbi che non hanno potuto frequentare le scuole – un «asilo interno» nella nostra casa di Valbrona; durante l’estate abbiamo preparato il giardino attrezzandolo con una piscina per i loro giochi. A settembre li abbiamo portati al mare per un weekend.
Siamo riusciti a riprendere la scuola interna di italiano continuando le lezioni anche durante l’estate per recuperare le ore perse durante il lockdown; l’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di far conseguire alle nostre ospiti un attestato A2 alla fine dell’anno scolastico in corso.
Veniamo adesso alle storie personali. Odion ha potuto seguire un corso professionale per cameriera ai piani e ha fatto uno stage sfociato nell’assunzione presso un importante hotel; per lei è stato un periodo molto faticoso, sia perché ha dovuto seguire parte delle lezioni in videoconferenza, sia per la distanza da percorrere ogni giorno verso il posto di lavoro.
Supportarla nello studio e affiancarla nella cura del bambino è stato molto impegnativo, ma i risultati ottenuti ci ricompensano delle fatiche. Odion ha ottenuto un permesso di soggiorno per 5 anni e presto lascerà la nostra casa per andare a vivere da donna e madre indipendente insieme al suo compagno: anche lui un nostro ex ospite, ormai autonomo ma sempre presente e attivo nell’Associazione (di cui è anche socio).
Esther, che abbiamo continuato ad ospitare nella nostra casa per quasi 2 anni benché ormai priva di protezione da parte dello Stato, adesso è una nostra operatrice, regolarmente assunta dall’Associazione così da poter rinnovare il permesso di soggiorno: disponendo di uno stipendio è riuscita a rendersi indipendente e ha trovato un appartamento in cui trasferirsi.
Attualmente lavora con noi ed è un aiuto prezioso come collegamento tra le ospiti e gli altri operatori. Il prossimo passo sarà quello di tentare il ricongiungimento con la figlia che vive ancora in Nigeria: ci siamo già attivati per questo. Suo figlio Gift, il più grande nei nostri bambini, frequenta l’asilo e divide il suo tempo tra la nuova casa e la nostra, che sente sempre come sua e dove ha tutti i suoi amici.
Oltre a Odion e a Esther con i loro figli, ospitiamo altre 3 mamme e 4 bimbi che sono da noi da meno di un anno; ognuna di loro sta seguendo il suo percorso.
Una giovanissima madre
 proveniente da una situazione complicata che è stato possibile risolvere anche grazie al nostro avvocato. Aveva inoltre serie difficoltà nell’accudire ed educare la sua bambina; abbiamo dovuto lavorare intensamente, a volte anche con confronti duri, per innescare in lei quella scelta di responsabilità che le permetterà di costruirsi una vita serena.
Nel mese di giugno ha lasciato la casa, forse
fidandosi di false promesse, ma già ad agosto ci ha chiesto di rientrare. Chi lascia la protezione volontariamente, però, non può più essere integrato; si è quindi reso necessario un difficile negoziato con la Prefettura, al termine del quale, tra lo stupore di altri operatori che lavorano nel nostro settore, siamo riusciti a ottenere il suo reintegro. E' rientrata più motivata e con un atteggiamento propositivo, quindi crediamo che insieme riusciremo a ottenere buoni risultati.
Da febbraio è nostra ospite una donna che si è dimostrata molto matura con i suoi bambini, due maschietti di 2 e 3 anni che inizialmente presentavano i segni di un passato travagliato; ora stanno entrambi decisamente meglio, sia sul piano fisico che su quello psicologico. Anche la mamma aveva problemi di salute e ha dovuto subire un intervento chirurgico per risolverli. Madre e figli stanno ora tutti bene.
Abbiamo ospitato a nostre spese anche il padre dei piccoli, che non ha diritto alla protezione; è stato da noi qualche mese, perché non aveva casa né lavoro. Da poco ha trovato un alloggio e non è più nostro ospite.
L’ultima arrivata è una neomamma con il suo «piccolo» Greatness: piccolo si fa per dire, è un baby gigante con due occhioni vispi, e fa molta tenerezza!
L’unico uomo ospite della casa è Isidoro, una persona ormai anziana, che è con noi da oltre due anni. Per molto tempo in prima fila nella difesa dei diritti degli immigrati a Castel Volturno, Isidoro ha contribuito a costruire una delle più importanti associazioni antirazziste e interetniche d’Italia “Associazione 3Febbraio”, dimostrandosi persona animata da solidi valori. Lo abbiamo accolto volentieri, per aiutalo a superare un momento difficile che l’aveva portato a vivere in strada. La sua presenza nella casa ha creato alcune difficoltà, riconducibili a problematiche profonde cristallizzate a causa della condizione di precarietà in cui è vissuto per anni; abbiamo quindi predisposto, d’accordo con lui, un impegnativo percorso di recupero sostenuto dalla Comune (con cui Isidoro ha una stretta relazione da parecchi anni).
Questo progetto sta cominciando a dare risultati incoraggianti sia dal punto di vista della salute, sia – soprattutto – da quello umano e relazionale.
Durante il lockdown abbiamo inoltre ospitato Alberto: una persona con disagio mentale che è stata con noi dai primi di marzo a fine giugno conseguendo significativi miglioramenti; purtroppo il periodo estivo nel quale ha trascorso tre mesi al di fuori dalla casa ha vanificato il nostro operato. Per questo motivo il percorso di recupero predisposto per Alberto è stato sospeso.
Durante l’estate abbiamo ospitato anche Carmine, un’altra persona con disagio mentale, insieme alla madre Mimma. Con Carmine stiamo realizzando un progetto di accoglienza che prevede di ospitarlo da noi una settimana al mese affinché Mimma possa riposare e recuperare energie.
Purtroppo abbiamo anche avuto un paio di casi in cui non siamo stati in grado di ottenere risultati per noi soddisfacenti: una donna particolarmente problematica è stata indirizzata a una struttura specializzata mentre un’altra ha abbandonato la casa volontariamente.

Speriamo di non avervi annoiato, ma ci sembra importante rendervi partecipi delle attività
della nostra Associazione; ci dispiace, quest’anno, di non aver potuto aprire le porte della nostra casa per invitarvi a condividere con noi gli eventi che in passato ci hanno permesso di incontrarci e conoscerci.
È stato grazie alle vostre donazioni che i bambini hanno potuto godere di qualche giorno di vacanza: è stato bello vedere i loro sorrisi felici e la gioia nei loro occhi mentre giocavano sulla spiaggia, in riva allo stesso mare che hanno dovuto attraversare per poter sopravvivere.
Tutto questo è stato possibile grazie a voi che ci avete sostenuto; spero vogliate continuare a starci vicino.
A fine Novembre si è chiusa la campagna raccolta fondi 2020 che è stata tanto preziosa per il proseguimento delle nostre attività, vi chiediamo un ulteriore pensiero per noi.
Da dicembre si aprirà la campagna di raccolta fondi per il 2021: vi ricordo il nostro IBAN IT13 U030 6909 6061 0000 0144 428.


A nome di tutte le mamme, i bimbi, gli ospiti, gli operatori e i soci dell’AssociazioneDonatella “Lella” Moltani, grazie.
Grazie della vicinanza, grazie per il sostegno


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